lunedì 3 giugno 2013

Tu lo sai perchè

L'ascensore ha un pavimento rosso e uno specchio sul lato opposto alle porte, come tutti gli ascensori. Ci guardo dentro e non riconosco nessuno.
Sto salendo, il viaggio sembra non finire mai, non so qual'è l'ultimo piano. Cosa sto facendo?

Cosa sto facendo? E lo sto facendo bene? Come finiranno questi giorni in cui spendo molte energie a dimostrare di valere qualcosa?

Scrivo reportage, spargo un po' di notizie su fatti che accadono troppo lontano da me. Ho scritto alle istituzioni, era il minimo che potessi fare. L'ho chiamato "impegno civile" e l'ho fatto in varie lingue.

Vinceranno la loro battaglia? I presupposti sono molto buoni, c'è da sperare che non sopraggiunga la noia, come in tutte le rivolte che si estendono troppo a lungo.

Ho notato che in tutti gli altri paesi si sono organizzati bene, si fomano folti gruppi di sostegno. Qui ci sono solo io. Devo essere l'unica persona in questa nazione che sta supportando la vostra battaglia. È probabile che chi mi conosce non veda di buon occhio quello che faccio ma è "impegno civile", ho i miei motivi per essere solidale a un'altra popolazione. Ho le mie ragioni, "civili", umane... forse.

Mi racconto molte bugie, in questa salita interminabile verso l'ultimo piano del mondo. Tu lo sai perchè lo faccio. E il fatto che tu lo sappia vanifica ogni mio sforzo, dissipato nella ridicola farsa di me che cerco di dimostrarti che valgo qualcosa. Ma tu non lo saprai mai, non vuoi saperlo.

La realtà mi richiama a sè, il viaggio verso l'alto è finito e torno al mio posto, a centinaia di chilometri da tutto, a raccontare, da sola, quello che succede dall'altra parte.