lunedì 19 dicembre 2011

41mila voci

Ho 43 anni e non dormo da 13 giorni.

Questa mattina ho preso il traghetto alle 8 e 37, un po' in ritardo sull'orario ma c'erano 2 guardie, c'erano... c'erano 2 guardie che fermavano dei ragazzi stranieri, a 1 gli facevano aprire lo zaino e controllavano tutti i vestiti. Poi non è successo niente. O io non me ne ricordo.

L'ultima volta che ho dormito ero a casa mia, nella mia città ed era quasi ora di pranzo, quindi erano quasi le 12 oppure quasi le 13, avevo tirato tardi e volevo dormire, era domenica, era il 27 di febbraio ma non sono sicuro. Non mi ricordo.
Ricordo che sono andato in cucina a prepararmi il caffè e poi lei ha urlato. Ricordo. Ricordo che urlava, ce l'aveva con me ma non ricordo per cosa. Ricordo che diceva che era colpa mia perchè dormivo sempre, diceva. Diceva che di me non poteva fidarsi, diceva. Il caffè si è bruciato sul fornello che ho dimenticato. Io ero distratto a sentire lei che urlava e poi la caffettiera è esplosa in aria.

Sul traghetto c'è sempre la stessa quantità di persone, sono circa 200, un po' restano sedute sotto, non glie ne frega niente di vedere il mare, altre siedono sopra ma non escono, guardano dai vetri. Invece io sono sul ponte, c'è il sole ma è freddo. A giorni arriva la primavera. Tra 7 giorni. Sono le 8 e 49, passa l'uomo col vassoio di tè, dice"çay!" forte, loro lo chiamano così il tè çay. E' buono, si può bere senza zucchero, costa 2 lire, equivalgono a 80 centesimi di euro. Qui lo bevono sempre, tutto il giorno, serve per ingannare il tempo. Noi altri fumiamo ma io credo che facciano meglio loro.

C'è una lama di sole che taglia le montagne all'orizzonte. I gabbiani sterzano vorticosamente intorno a noi, sembra che vogliano attraversare il ponte ma poi lo sfiorano e basta e tornano sù. Gridano. Pare che parlino tra loro ad alta voce. Pare che parlino di noi che stiamo qui a bere tè da 2 lire in questi 20 minuti che ci separano dall'altro lato del Bosforo. Sono 100 gabbiani, li ho contati ma non so quante volte ho perso il conto.

Lei diceva "pensi solo a dormire" e io ho risposto che potevo arrivare in capo al mondo e lei urlava, poi se ne è andata via e non l'ho più vista. Ho 43 anni, faccio il giardiniere, di solito curo le aiuole delle fabbriche nella nostra zona, hanno cespugli e alberi, non servono a niente che tanto loro producono schede elettroniche ma ci tengono all'immagine, anche in un paese sperduto dell'entroterra che campa solo di piccola industria e tutti gli abitanti sono operai e manovali che lavorano per loro, lavorano il giorno, tornano a casa per dormire la notte, poi ricominciano. Non c'è altro da fare. Io invece no, io so come divertirmi, vado al bar a fare l'aperitivo, discuto di calciomercato con il barista, a volte litigo con qualche vecchio che vuole saperne più di me. Vado anche al cinema, se esce un film nuovo, se vedo la pubblicità in televisione, vado a leggere la programmazione del cinema locale sul giornale. Ci vado una volta alla settimana, c'è sempre qualcosa di nuovo. Mi riempio di cose da fare.

Compro libri sulle bancarelle, costano 1 euro o 2 euro o 5 euro e 50, ci trovo romanzi di scrittori sconosciuti, non tanto belli, ma anche grandi opere, piene di pagine 500 pagine 800 pagine 1267 pagine, li porto a casa, li leggo prima di addormentarmi, li leggo sull'autobus, li leggo negli ultimi 15 minuti della pausa pranzo. Non ricordo l'ultimo libro che ho letto.

Da 13 giorni non dormo, io non dormo più da quella volta che mi ha detto "pensi solo a dormire, non posso fidarmi di te" e se ne è andata e non l'ho più vista. I primi giorni andava tutto bene, non avevo sonno, poi sono arrivati i dolori, ho tanti dolori, mi duole tutto, poi ho iniziato a dimenticare le cose più del solito, molto di più, 10 volte di più, ricordo solo numeri, numeri, numeri che corrono come cavalli. Ho detto "posso arrivare persino in capo al mondo" ed eccomi, scendo dal traghetto sulla sponda di Eminönü, sono lontano da casa, ho preso i biglietti, una borsa senza sapere che c'era dentro, i soldi alla rinfusa, comunque ho un bancomat ma non controllo mai il saldo, mi fanno paura i numeri, quei numeri non li voglio vedere, i numeri dei soldi, superiori a 2 lire, 80 centesimo di euro, non voglio parlare di soldi. non voglio dormire. Sono in capo al mondo, 1363 chilometri da casa, 91° di Azimuth, 16 gradi di temperatura, sono le 9 e 10 di mattina, è il 13 marzo, non mi ricordo l'anno.

Mi sento male ma no cedo. Non posso, ho detto che arrivavo in capo al mondo. Lei se ne è andata. Forse torna e non mi trova in casa. Peggio per lei. Magari piange. Non mi ricordo perchè se ne è andata. Urlava. Erano quasi le 12. Non mi ricordo che giorno è oggi. Vorrei chiederlo, non mi ricordo le parole. Non posso sedermi a bere il çay, se mi siedo mi addormento e io non voglio dormire. Io non penso solo a dormire.

Cammino, cammino, ho le idee poco chiare ma cammino. Mi guardano. Avrò certo una faccia curiosa, già che sono straniero e si vede, avrò certo una brutta faccia. Non parlano però. Oppure sono io che non li sento. Poco fa l'avevo sentito il muezzin dalla moschea, più d'uno, si sovrapponevano ma adesso non sento più niente.

Ho la nausea, ho provato a mangiare ma mi viene da vomitare. Urto delle persone. Mi volto per scusarmi e vedo che non sono persone. Ho urtato un animale, è nero ma non capisco che animale è. Non mi ricordo. Vedo un animale. Improvvisamente non c'è più, sono due uomini che mi parlottano contro ma non sento cosa dicono, comunque io non parlo la loro lingua.
Cammino, costeggio le moschee e i negozi di cianfrusaglie per turisti, non mi fermo mai, sono in capo al mondo da solo, non dormo da 13 giorni, mai una volta. Poi quell'animale nero che mi segue, sul marciapiede opposto, poi mi è davanti ma cammina con me, all'indietro. Non sento più niente, ho dolori dappertutto, 43 dolori, li ho contati.

Varco un portone, non so cosa sia, forse non dovrei entrarci, c'erano 2 guardie c'erano... alzavano le braccia ma io non sentivo. Sono entrato, l'animale nero mi precedeva, non so cosa voleva, parlava, muoveva le braccia, non voleva che entrassi ma io camminavo, con le scarpe e andavo dritto, oltre la transenna, dov'erano quelle persone che s'inginocchiavano, volevo inginocchiarmi anch'io, l'animale nero, le guardie, lei, 41mila voci in coro mi urlavano nella testa che pensavo solo a dormire ma non era vero, l'ho dimostrato, non ricordo come ma sono sicuro, perchè poi sono finito a terra e ho chiuso gli occhi e non mi sono mai più svegliato.

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